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Alcuni prediligono un mazzo di carciofi al classico bouquet di fiori; del resto, come dar loro torto?
Appartenente alla famiglia delle composite, il carciofo è un ortaggio dalle infinite proprietà e dai molteplici usi, da quelli culinari all'impiego in erboristeria. Esistono in natura diverse varietà di carciofo, un ortaggio dall'estetica davvero suggestiva (anche se "spinosa"), complici anche le sfumature di colore che trasformano ogni piatto delle vere e proprie opere d'arte da ammirare, ancor prima che gustare.
Il carciofo è una coltura perenne che può essere avviata sia tramite la classica procedura di semina che trapiantando nel terreno carducci oppure ovuli non ancora schiusi della composita tra i mesi estivi e quelli autunnali.
In caso di semina tradizionale, invece, possiamo avvalerci del semenzaio riscaldato per far germinare le piantine a partire dal mese di febbraio. La germinazione dei semi è piuttosto lunga: ci vorranno almeno 150 giorni per vedere sbucare le prime colture da trapiantare a maggio.
Nel frattempo, possiamo preparare la carciofaia, ovvero l'area che ospiterà le piantine generate in semenzaio. Scegliamo un suolo che possegga un ph tra 6 e 6,5, dall'alto potere drenante e ben sciolto. Il suolo dovrà essere sottoposto a profonde vangature e arricchito con letame.
A quale distanza inserire nel suolo le piantine? Ogni mini-coltura di composita dovrà essere distante dalla sua "sorella" almeno un metro e posta su file distanti tra loro almeno due metri.
La coltivazione del carciofo va seguita con attenzione e non è di facilissima gestione in vaso. Ciò, però, non vuol dire che non si possa sfoggiare una meravigliosa pianta di composita sul proprio terrazzo.
La chiave per mantenere rigogliosa la pianta di carciofo risiede in tre principali operazioni: irrigazione, potatura e protezione dalle gelate. Per quanto concerne l'annaffiatura della carciofaia, la composita va ben idratata in estate, mentre d'inverno si può persino evitare di irrigare la pianta. Ovviamente, bisogna evitare i ristagni idrici, pericolosissimi per la coltura.
La pianta di carciofo viene sottoposta a due importanti operazioni di potatura: d'estate si procede alla diccioccatura per ottenere i carducci, mentre nei mesi invernali sarà necessario dedicarsi alla rimozione degli ovuli, ovvero alla scarducciatura.
Teli di tessuto non tessuto oppure una semplicissima pacciamatura in paglia garantiranno la protezione delle piante dalle temibili gelate invernali. La raccolta del carciofo è di tipo scalare e si avvia quando le punte del fiore sono ancora chiuse.
Avere cura della propria carciofaia è la migliore opera di prevenzione nei riguardi di patologie e attacchi di animali e insetti.
Le malattie più pericolose per il carciofo sono peronospora e fusarium, che spesso e malvolentieri richiedono l'eliminazione della pianta colpita. Un rimedio che può essere utilizzato in caso di fusarium per cercare di evitare l'epurazione definitiva della coltura è il rame.
Per quanto riguarda insetti e animaletti ghiotti di carciofi, possiamo affidarci ai rimedi bio per tenere lontani, tra gli altri, topi, afidi e nottue. Via libera, quindi, a trappole per roditori, macerati vegetali, sapone di Marsiglia e al "caro" bacillus thuringensis.
Il carciofo si caratterizza per un sapore molto particolare, unico che non cela, però, le sue comprovate proprietà depurative e digestive (non a caso un famoso amaro è realizzato proprio con questo straordinario ortaggio).
L'ortaggio è ricco di cinarina, vitamine del gruppo B, fibre, fosforo, ferro, calcio e sali minerali. Oltre a favorire i processi depurativi del nostro organismo, il carciofo vanta proprietà diuretiche, antiossidanti, sazianti e antinfiammatorie.
100 grammi di carciofo contengono: