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Appartenente alla famiglia delle ombrellifere, il finocchio è un ortaggio che si contraddistingue per il suo sapore insolito, leggermente piccante e per i benefici effetti sul nostro organismo: il finocchio, infatti, è uno degli alimenti "sgonfianti" per eccellenza, ingrediente principe di tisane ed "elemento croccante" di insalate freschissime.
Il finocchio è una coltura perenne che cresce spontaneamente e che esiste in natura in due versioni: il finocchio selvatico e quello dolce.
Il finocchio può essere seminato direttamente in vaso o campo aperto così come in semenzaio protetto con successivo trapianto di colture.
Qualunque sia l'opzione prescelta avvieremo l'operazione germinazione tra febbraio e marzo. Particolare attenzione andrà posta al terreno ospitante piante o semi dell'ombrellifera, che dovrà presentare un medio impasto; l'appezzamento dovrà essere lavorato in profondità con vanga, zappa e rastrello ed essere arricchito con sostanze organiche, senza però eccedere con l'azoto.
Il finocchio è una coltivazione piuttosto semplice da gestire, che però richiede l'effettuazione di alcune operazioni importantissime per proteggere l'ombrellifera da aggressioni esterne (freddo, insetti, malattie, malerbe) sia in caso di coltivazione domestica su balcone, terrazzo o veranda, sia in caso di coltivazione in orto.
In particolare le piante andranno sottoposte alle classiche pratiche di sarchiatura e pacciamatura e andranno protette tramite tunnel o teli in tessuto non tessuto in caso di temperature rigide.
Il finocchio è una coltura che ben si presta ad una coltivazione idroponica indoor, che consente la germinazione e la crescita dell'ombrellifera a temperature miti (assestate tra i 15 ed i 20 gradi) e la protezione da climi aridi o gelate assassine.
Dobbiamo tenere conto di due fattori importantissimi in caso di coltivazione indoor del finocchio: la lenta germinazione dei suoi semi e il distanziamento delle piantine di almeno 20 cm. Ricordiamo, inoltre, che il finocchio è una coltura che richiede suoli ben drenati per crescere senza problematiche: possiamo, quindi, avvalerci di substrati di perlite, vermiculite e torba di cocco.
Irrigare in maniera giudiziosa la pianta di finocchio è vitale per l'ombrellifera. L'eccessiva aridità, infatti, potrebbe causare la prefioritura della pianta, mentre un ristagno idrico sottoporrebbe la coltura all'aggressione di patologie potenzialmente rischiose.
Il suolo ospitante la coltivazione deve, quindi, essere bagnato spesso al fine di mantenersi umido ma non stagnante. Altro fattore importantissimo per la corretta crescita del finocchio riguarda le consociazioni al fine di tenere lontani odiosi insetti come gli afidi. Il finocchio è vicino fidato di coltivazioni quali: cicorie, porri, cetrioli, cipolle, lattughe e piselli.
Per proteggere le piante di finocchio da insetti o malattie sarà importante prevenire tali aggressioni, ricorrendo non solo a corrette operazioni colturali ma anche a macerati vegetali.
Macaone e afidi possono essere tenuti lontani dalle ombrellifere gestendo con giudizio le consociazioni colturali; in caso di malattie come xantomonas, peronospora, sclerotinia saremo costretti, in caso di aggressione alla pianta di finocchio, ad estirpare la coltura.
Trascorsi circa novanta giorni dalla semina potremo finalmente avviare la raccolta dei nostri finocchi. In base alla varietà raccoglieremo grumoli di varie dimensioni, ma dovremo porre attenzione a non raccogliere gli ortaggi quando sono troppo piccoli (l'eccessivo freddo potrebbe comprometterne la crescita), né aspettare troppo: ciò renderebbe il finocchio duro e sgradevole al palato.
Per quanto riguarda la raccolta dei fiori del finocchio selvatico, possiamo cominciare a raccogliere i bellissimi fiori gialli ad agosto, quando questi saranno aperti.
Partendo dal presupposto che il finocchio fresco conserva intatti tutto il suo sapore e le sue qualità non sempre è possibile consumarlo al momento. Come e per quanto tempo, allora, possiamo conservare il croccante ortaggio?
Il finocchio può essere conservato in frigorifero, protetto da un sacchetto o un contenitore bucherellato per non più di venti giorni; in alternativa, possiamo congelarlo crudo (opzione da valutare solo in casi estremi, giacché l'ortaggio contiene un'ingente quantità d'acqua) oppure cuocerlo e conservarlo in frigo o freezer solo successivamente e per brevissimo tempo.
A partire dai mesi autunnali il fiore di finocchio si trasforma in frutto, fornendoci così l'opportunità di raccogliere i diacheni, ovvero i semi del finocchio.
I semi non solo possono essere coltivati, ma anche utilizzati in cucina: i diacheni, infatti, sono ricchissimi di oli essenziali dall'altissimo potere aromatizzante, perfetti per insaporire piatti e liquori.
Una volta raccolti, i semi del finocchio potranno essere conservati in un barattolo dotato di coperchio avente etichetta che riporterà la data di conservazione dei diacheni nel contenitore. Poniamo il barattolo in luogo fresco e buio (va bene anche conservare il contenitore in frigo) e utilizziamo i semi entro sei mesi dalla data riportata sull'etichetta.
Il finocchio è un'autentica miniera di acqua e possiede pochissime calorie. Tali peculiarità lo rendono un valido alleato della nostra linea ma soprattutto della nostra salute.
Il finocchio, infatti, è un coadiuvante per le nostre funzioni gastrointestinali: vanta proprietà sgonfianti, diuretiche e depurative. L'ortaggio è inoltre un rimedio infallibile in caso di nausea, vomito e meteorismo. Il suo consumo può, infine, supportare l'organismo femminile, contribuendo a prevenire il tumore al seno e mantenendo in equilibro i livelli ormonali "in rosa".
100 gr di finocchi contengono: